Corso: Modulo 1: Comprendere l'autismo

Comprendere l'autismo

Overview

Obiettivi generali

Conoscenze- Imparare a conoscere gli aspetti essenziali dello spettro autistico; problemi relativi a malattie genetiche e disabilità multiple; nozioni generali di psichiatria, psicopatologia e neurologia; patologie legate ai disturbi dello spettro autistico.

Abilità- Competenze da sviluppare – Volontà di utilizzare delle conoscenze elementari riguardo ai sintomi caratteristici del disturbo dello spettro autistico nell’ambito della gestione delle risorse umane

Competenze sociali- Sensibilizzare le persone responsabili della gestione delle risorse umane ad approfondire le loro conoscenze nell’ambito del coaching per lavorare con persone con disturbi dello spettro autistico

Risultati di apprendimento

Al termine del modulo le e i partecipanti saranno in grado di:

Le e i partecipanti conoscono i sintomi fisici e psicologici che caratterizzano il quadro clinico delle persone con disturbi dello spettro autistico, nonché l’anatomia e la fisiologia del sistema nervoso in particolare rispetto ai deficit e alle anomalie dello sviluppo nelle persone con disturbi dello spettro autistico.
Le e i partecipanti conoscono i problemi relativi alle malattie genetiche e alle disabilità delle persone con disturbi dello spettro autistico.
Le e i partecipanti approfondiranno le loro conoscenze relative al funzionamento delle persone con disturbi dello spettro autistico per quanto attiene agli aspetti medici, psicologici e di counselling.
Le e i partecipanti conoscono i principali aspetti del trattamento dei disturbi delle spettro autistico e sanno quali sono i parametri che determinano l’efficacia degli interventi intrapresi.
Le e i partecipanti conoscono e comprendono i processi di adattamento dei requisiti alle esigenze speciali delle persone con disturbo dello spettro autistico.
Le e i partecipanti conoscono e comprendono le metodologie più adatte per lavorare con persone affette da disturbo dello spettro autistico.
Le e i partecipanti sono consapevoli dell’importanza di stimolare gli interessi e i gusti delle persone con disturbo dello spettro autistico.

Durata

10 ore

Course Content

Categoria: Italiano

Indice degli argomenti

Introduzione

Minimizza tutto Espandi tutto
- Announcements Forum
Unità 1: Cos'è l'autismo?
Unità 2: Concetti Esplicativi
- Approfondimento tematico Pagina
- Presentazione Pagina
Unità 3: Sottotipi di autismo ed eterogeneità dello spettro
- Approfondimento tematico Pagina
- Documento Pagina
Unità 4: Approccio basato sui punti di forza applicato all'inserimento lavorativo delle persone nello spettro autistico
- Approfondimento tematico Pagina
- video Pagina
Unità 5: Linee guida per formatori, formatrici e responsabili delle risorse umane
Riferimenti
- Riferimenti Pagina
Quiz
- Quiz
Forum
- Module 1: Forum

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Domande frequenti

Sto formando un giovane con autismo che non mi guarda mai negli occhi. Si sente a disagio nel farlo e dovrei insistere su questo punto?

Le persone con autismo spesso non amano il contatto visivo. Una delle ragioni più comuni è la scarsa capacità di trarre delle informazioni dal volto della persona con la quale stanno parlando. A volte capita che gli individui con autismo ad alto funzionamento cerchino coscientemente il contatto visivo, allo scopo di adottare un comportamento simile a quello dei soggetti neurotipici. Inoltre, molti programmi di formazione preparano le persone con autismo ai colloqui di lavoro e viene loro insegnato a guardare negli occhi i loro interlocutori. Tuttavia, di solito il contatto visivo li mette a disagio e devono sforzarsi molto per adattarsi all’ambiente.

Un dipendente con autismo agita continuamente le mani e tamburella son le dita su certi oggetti. Il suo comportamento ha una qualche spiegazione o dovremmo chiedergli di smetterla?

Saltellare, agitarsi, dondolarsi, toccare oggetti o parti del corpo sono alcuni dei movimenti stereotipati più comuni delle persone con autismo. Sebbene visti da fuori sembrino delle attività prive di senso, questi movimenti hanno una funzione molto significativa. Rappresentano una sorta di conforto e un modo per gestire lo stress e regolare gli stimoli sensoriali. Osserva in che modo gli stimoli presenti nell’ambiente lavorativo possano influire sull’insorgere e l’intensificarsi di movimenti stereotipati e, se necessario, adatta l’ambiente seguendo le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con autismo. Non è necessario reprimere questi movimenti, ma qualora mettano a rischio la persona con autismo o coloro che la circondano, suggeriamo di contattare delle figure esperte che forniscano dei consigli su come agire in questi casi.

Ho visto un film in televisione riguardo a un uomo con autismo dotato di una memoria eccezionale e in grado di risolvere a mente complesse operazioni aritmetiche. È un racconto di fantasia o le persone con autismo sono davvero dotate di capacità fuori dal comune?

Le persone con autismo possono avere dei talenti speciali e, se guidate in maniera opportuna, possono servirsene a scopi professionali. Tali soggetti presentano la sindrome del savant e, oltre a una straordinaria memoria, possono anche essere dotati di altre capacità (una capacità eccezionale di calcolare date, immaginare, disegnare, suonare strumenti musicali, imparare lingue straniere, ecc.). Tuttavia, si tratta di un fenomeno molto raro, di conseguenza, di rado ti troverai nella posizione di lavorare con una di queste persone.

Ho chiesto a un dipendente con autismo di prendere delle merci dal magazzino, ma le ha subito rimesse a posto. Come si spiega questo comportamento?

Le persone con autismo di solito hanno dei deficit legati alla teoria della mente, ossia la capacità di comprendere gli stati mentali di altri individui. Uno dei modi in cui si manifesta questo deficit è l’incapacità di capire le intenzioni del proprio interlocutore. Il dipendente con autismo ha capito ciò che gli hai detto, ma non il perché. Volevi che prendesse le merci e le lasciasse lì dov’erano, ma non lo hai detto esplicitamente, presumendo che avesse capito. Cerca di essere più preciso quando dai delle indicazioni.

Un dipendente con autismo è stato formato per svolgere tutti i vari passaggi di una mansione, ma dedica troppo tempo a uno solo di questi (ad es., pulire il tavolo) e sembra perdere di vista il senso di quello che fa. Come posso aiutarlo a non concentrarsi troppo a lungo su dettagli poco significativi?

La maggior parte delle persone con autismo tende a rielaborare visivamente le informazioni, di conseguenza ti suggeriamo di servirti delle illustrazioni per descrivere i vari passaggi. Lega tali immagini a degli anelli disponile in sequenza da sinistra verso destra o dall’alto verso il basso. Insegna al dipendente a riconoscere il significato della prima illustrazione e a staccarla una volta completata la prima procedura. Lo stesso procedimento andrà ripetuto per tutti i passaggi dell’attività. È importante che il dipendente abbia anche di fronte a sé un’immagine del prodotto finito affinché si ricordi che cosa ci si aspetta da lui. Se non dovesse funzionare, serviti di un cronometro per dimostrare alla persona come monitorare il tempo necessario al completamento di ciascuna fase del lavoro.

Perché ilvideo modelling è consigliato per la formazione delle persone con autismo? Quali sono le principali linee guida da seguire in questi casi?

Perché il video modelling è consigliato per la formazione delle persone con autismo? Quali sono le principali linee guida da seguire in questi casi?

Il video modelling è ritenuta una strategia efficace per aiutare le persone con autismo a lavoro, dal momento che può contribuire all’acquisizione, al mantenimento e alla generalizzazione delle competenze professionali. Inoltre, si tratta di una tecnica molto conveniente che non richiede grandi investimenti, può essere facilmente integrata nel luogo in cui si offre la formazione e contribuisce all’indipendenza delle e dei discenti. Ecco alcuni consigli per l’utilizzo del video modelling: Fase n.1: Selezionare la lavoratrice o il lavoratore per le attività di video modelling; Fase n.2: Scegliere e definire le competenze sulle quali si intende lavorare; Fase n.3: Informare i genitori dell’utilizzo del video modelling e assicurarsi di ottenere il loro consenso; Fase n.4: Analizzare le mansioni e fare un elenco dei vari passaggi per ciascuna procedura; Fase n.5: Individuare dei criteri che dimostrino l’acquisizione della competenza; Fase n.6: Creare e montare i video (servendosi di programmi differenti, suggeriamo programmi gratuiti come iMovie); Fase n.7: Definire il tempo e i luoghi in cui svolgere la formazione mediante video modelling; Fase n.8: svolgere le sessioni di video modelling con la o il dipendente (spiegare che dovrà guardare il video per poi ripetere quello che ha visto); Fase n.9: Creare delle occasioni volte a generalizzare o a ripassare le competenze acquisite (il fine ultimo è quello di insegnare alla o al dipendente a portare a termine il proprio lavoro senza prima guardare il video. Quando la persona avrà acquisito determinate capacità, è importante chiederle di servirsene in un altro contesto senza l’ausilio del video).

Posso insegnare qualcosa a una o un dipendente che non si è mai servita/o prima di un piano illustrato? E come?

Sì, è sempre possibile ricorrere ai piani illustrati a prescindere dall’età della persona. È importante mettere tali strumenti in un luogo che sia visibile alla o al dipendente affinché lo veda prima di iniziare la prima attività prevista. Quando arriverà il momento di svolgere la prima attività, segnalalo alla o al dipendente dando delle brevi istruzioni a voce. Di’ per esempio “Controlla il piano”. Così facendo aiuterai la o il dipendente all’inizio della prossima attività. In un primo momento, probabilmente dovrai guidarlo anche in maniera fisica (ad es., toccandole/gli gentilmente la spalla e incoraggiandola/lo a prendere il piano, o indicando l’attività riportata). Potrai ridurre gradualmente il ricorso ai gesti per permettere alla o al dipendente di servirsi da solo degli ausili visivi. Una volta completata l’attività, di’ alla o al dipendente di rivedere il piano, servendosi della procedura descritta e continuare. È possibile eliminare le illustrazioni dei passaggi completati, oppure, nel caso di strumenti digitali, cliccare sul prossimo passaggio.

È possibile servirsi di un comunicatore per insegnare a un adolescente o a un adulto?

È possibile introdurre un comunicatore ad ogni età. L’aspetto e il numero di immagini, nonché i contenuti dei messaggi registrati, possono variare in base all’età e alle capacità cognitive dell’individuo con autismo. Di solito si comincia con un’immagine sullo schermo che rappresenta l’oggetto o l’attività desiderata. La persona impara a fare la propria richiesta premendo l’immagine sullo schermo. Nel corso del processo di apprendimento alla persona vengono dati gli stimoli necessari (completi o parziali, gesturali o visivi, ad esempio ricorrendo a un puntatore luminoso), che diminuiscono col passare del tempo al fine di evitare di renderla dipendente da tali input.

Le persone con autismo ad alto funzionamento possono imparare a svolgere determinate attività lavorative. Tuttavia, se una persona non parla e ha un basso quoziente intellettivo, non può lavorare, giusto?

Le persone non verbali con autismo che hanno un basso quoziente intellettivo possono comunque imparare a svolgere numerose attività. Basta limitarsi a suddividere ogni attività in una serie di semplici passaggi e allenare la o il dipendente servendosi della tecnica del concatenamento che incoraggia il soggetto a svolgere il primo passaggio di un’attività e lo sostiene man mano. All’inizio, consigliamo di utilizzare degli stimoli fisici (afferrare la mano del soggetto per svolgere insieme le attività). Nel corso del tempo, è possibile cambiare il tipo di stimolazione (indicare con le dita, o mostrare come svolgere l’attività, indicazioni verbali, ecc.). Quando una o un dipendente riesce a completare il primo passaggio dell’attività senza ricevere ulteriori indicazioni, allora sarà possibile passare ad altro nella stessa maniera.

È vero che le persone con autismo amano lavorare nel campo dell’informatica? Che cosa li attrae tanto?

Dal momento che lo spettro autistico è molto eterogeneo, non è possibile affermare che le tutte le persone che ne sono affette siano in grado o desiderino intraprendere delle professioni nel campo dell’informatica. Tuttavia, è pur vero che tale settore presenta delle attrattive, soprattutto per chi ha un autismo ad alto funzionamento. Lavorare al computer non richiede competenze sociali complesse e la comunicazione è più semplice (ad es., quando si invia un’email, nessuno presta attenzione alla comunicazione non verbale e si ha più tempo per riflettere sul messaggio da mandare). Numerose attività al computer si basano sull’applicazione di algoritmi e sulla prevedibilità e questo contribuisce a ridurre lo stress. Inoltre, i contenuti online si fondano sull’utilizzo di immagini, e ciò è in linea con la strategia di rielaborazione delle informazioni prediletta dalle persone con autismo.

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